Scoprire le Mainarde
La catena montuosa delle Mainarde si estende lungo il confine tra Molise e Lazio, con prevalenza nel territorio molisano. È una barriera naturale molto rocciosa e dall’aspetto aspro e selvaggio, che si innalza bruscamente con pareti e strapiombi. Ed è infatti proprio in questa area che si trovano le vette più elevate del Molise, con il Monte Mare, di 2.124 metri, e la Metuccia, di 2.105 metri, che superano entrambe in altezza la vetta del Monte Miletto, di 2.050 metri, la cima più alta del massiccio del Matese. Altri monti di rilevante importanza sono il Monte Ferruccia, a quota 2.000, il Monte Marrone, a 1.805 metri sul livello del mare ed il Monte Piana con un’altitudine di 1.200 metri.
La catena delle Mainarde è separata dal massiccio del Matese dal fiume Volturno, che sfocia nel Tirreno.
Il panorama dei monti delle Mainarde rimane unico per le proprie caratteristiche naturali, per la visione di cime luminose per il silenzio e la solitudine ineguagliabili della valle, per l’integrità dei luoghi, privi di qualsiasi segno dello sviluppo tecnologico spesso incurante dell’ambiente circostante. Animato solo dalle attività tradizionali e secolari dell’uomo come l’agricoltura o la pastorizia, rimane uno scenario incantevole in ogni stagione, denso di storia, di gioielli naturalistici, di silenzi profondi e di vallate interrotte solo dal passaggio di torrenti e di piccoli agglomerati che conservano tracce di antiche culture. E di foreste secolari sempre stupende, addirittura magiche con lo spettacolo della neve.
Nella parte alta della catena troviamo vaste aree di faggi, con aceri di diverso tipo, che si alternano a pioppi. Scendendo si trovano invece ampi boschi di cerro, con aceri campestri e biancospini. Sui lati che ricevono maggiormente la luce del sole crescono anche la roverella, il carpino nero ed il nocciolo, tipica vegetazione del bosco appenninico. La mitezza del clima, l’esposizione a mezzogiorno e la vicinanza di sistemi montuosi e sistemi fluviali tipici del sud hanno favorito la penetrazione di essenze più termofile, e persino di elementi di macchia mediterranea, come il leccio (Quercus ilex), sulle pendici più favorite delle Mainarde.
Protagonista e dominatore incontrastato del superbo scenario montuoso è sicuramente l’orso bruno marsicano con le sue caratteristiche di orso solitario e vagabondo. Accanto all’orso da segnalare sicuramente la presenza del lupo, spesso segnalato in branchi in continuo movimento in cerca di prede.
Le Mainarde però offrono un habitat ideale anche per il camoscio d’Abruzzo – che discende spesso lungo la catena montuosa, spingendosi d’inverno quasi alle porte delle case – per il cervo e il capriolo.
Discorso a parte forse merita il cinghiale, dato addirittura per scomparso fino a circa 20 anni fa ed oggi invece molto presente tanto da provocare seri danni agli agricoltori del posto.
Sono naturalmente da segnalare anche l’aquila reale, il nibbio ed il nibbio reale, ed il falco pellegrino.
Tra i numerosi rettili va ricordata la piccola e rara vipera dell’Orsini, che fu trovata sulle pendici della Meta, mentre tra gli anfibi la delicata salamandrina dagli occhiali, presente anche nel vicino parco del WWF di Guardiaregia.