Da sei anni collabora con lo chef Nicola Vizzarri e da un anno fa parte dell’omonimo team che gira l’Italia in lungo e in largo facendo incetta di medaglie nelle competizioni culinarie: lui, Giovanni D’Amore ha appena 23 anni e arriva da Ripalimosani. Entusiasmo e attenzione alle tipicità molisane muovono questo giovane talento dei fornelli che porta in alto il nome della nostra regione attraverso la genuinità dei suoi prodotti. Tra il 2015 e il 2016 il gruppo di cui fa parte Gianni, ha già all’attivo due ori (vinti nel 2015 a Catania e a Marina di Massa) e un argento, ottenuto quest’anno a Matera.
Sono medaglie di tutto rispetto: si può affermare che tu e il tuo gruppo state portando avanti un progetto di grande professionalità. Cosa si prova a far parte di questo successo?
«Una bellissima esperienza, formativa dal punto di vista lavorativo a prescindere dal risultato. Orgoglioso di rappresentare il Molise e farlo conoscere fuori dai confini regionali. Ci siamo confrontati con team molto più rodati di noi, che da anni partecipano a competizioni di questo tipo. Misurarsi con loro, e alla fine avere la meglio, è una grandissima soddisfazione».
Quando ti sei avvicinato al mondo della cucina e come hai capito di avere questa passione? «Diciamo che l’ho capito da piccolo: spesso aiutavo mia madre in cucina e mi divertivo. A quei tempi lo consideravo un passatempo, senza immaginare che un giorno sarebbe diventata la mia professione. Tuttora penso che, essendo un lavoro che comporta molti sacrifici, sia indispensabile avere tanta passione e un pizzico di curiosità, altrimenti diventa difficile portarlo avanti. È un lavoro che se fatto bene ti dà molte soddisfazioni, e questo per me è il primo obiettivo: soddisfare la gente positivamente».
Eventi di questo tipo rappresentano una vetrina importante per la gastronomia locale, che così ha occasione di essere conosciuta, dato che il Molise, nonostante possa vantare una tradizione culinaria di tutto rispetto, è sottovalutato anche sotto questo punto di vista. Sei d’accordo?
«Sì, perfettamente. In ogni competizione cerchiamo di stilare un menu con prodotti tipici della nostra regione. Dal pescato termolese alle carni del tratturo, senza tralasciare il tartufo, eccellenza molisana, così come gli ottimi vini. A Matera, per esempio, abbiamo usato la tintilia per confezionare una salsa. È un modo per valorizzare le nostre ricchezze gastronomiche e ‘sfruttare’ la regione positivamente».
In che modo si è svolta l’ultima gara a cui avete partecipato?
«Bisognava preparare tre portate: starter (antipasto), main course (piatto principale) e dessert, più un piatto gelatinato da esposizione, il tutto da completare nell’arco di 40 minuti e sotto gli occhi attenti della giuria, formata in questo caso da componenti della Nazionale italiana cuochi. Oltre alla cottura e a all’esposizione diamo molta importanza all’aspetto igienico haccp, di una certa rilevanza all’interno di una gara culinaria. I giudici presenti a Matera sono molto ferrati in quanto a competizioni, dato che svolgono olimpiadi e mondiali di cucina, confrontandosi con Paesi che in questo campo sono delle vere potenze, come Singapore e Svezia».
Come si svolge la vostra preparazione a questi eventi?
«Innanzitutto dipende dalla tipologia di competizione, perché dipende dal tempo che abbiamo a disposizione per lo svolgimento della gara. A Matera ci hanno concesso 40 minuti, quindi era possibile portare con noi preparazioni già realizzate in precedenza, che avrebbero richiesto un tempo maggiore. Alle internazionali di Marina di Massa, invece, avevamo 6 ore per realizzare le portate, quindi il menu doveva essere cucinato interamente sul posto. Prima di ogni sfida, però, sono necessari allenamenti per poter aspirare alla perfezione, e la nostra palestra per tutto ciò è il ‘Plaza restaurant’ di Vasto, che è anche il nostro luogo di lavoro, a cui rivolgo un doveroso ringraziamento perché ci concede gli spazi di cui abbiamo bisogno».
Anche se avete iniziato a gareggiare solo da poco più di un anno avete già all’attivo, con tre competizioni, due ori e un argento. A cosa dovete questo grande risultato?
Chi ci ha spinto a iniziare a confrontarci è stato il nostro team manager Nicola Vizzarri, che in quest’ambito è un vero veterano, data la sua lunga esperienza (ben 12 anni) nella Nazionale italiana cuochi. Dal punto di vista organizzativo e dell’attenzione all’igiene ci ha formati in maniera ferrea, anche perché è chiamato anche lui, a volte, a giudicare in altre gare, quindi sa cosa un giudice ritiene corretto e cosa no. Ovviamente dietro ogni competizione c’è un grande impegno da parte di tutti noi, siamo un gruppo di giovani affiatati e con tanta voglia di metterci sempre in discussione. Ogni risultato raggiunto è dovuto agli sforzi di tutti i componenti del team, che sono, oltre a me, Vittorio Bosone, Giuseppe Petacciato e la pastry chef Daniela Carissimo, che è anche la titolare della pasticceria ‘Dolci tentazioni’ di Trivento».
Oltre alle competizioni culinarie svolgete anche altre attività come team?
«Sì, abbiamo contribuito a realizzare, nel periodo natalizio e pasquale, due pranzi alla ‘Casa degli angeli’ di Campobasso, perché oltre a vincere medaglie è bello anche portare un sorriso alle persone meno fortunate. È stata una bella esperienza dal punto di vista umano, che ci ha molto coinvolti emotivamente. Speriamo in futuro di poterci mettere a disposizione per altre manifestazioni di beneficenza».
Che programmi avete per il prossimo futuro?
«Dopo la stagione estiva, che ci vede impegnati da aprile a ottobre, cercheremo di essere presenti alle prossime competizioni culinarie aperte ai team, ripartendo dagli errori commessi, che sono comunque un modo per crescere e migliorarsi. L’obiettivo è sempre quello di salire sul gradino più alto del podio, ma qualunque sarà il risultato l’importante è fare del nostro meglio per esportare il made in Molise, rappresentare degnamente la nostra regione e farla conoscere in tutta Italia, e perché no, anche all’estero».